03. Novembre 2022

IRAQ

CRISTIANI NEL MIRINO
Nella regione settentrionale dell’Iraq intere città sono state liberate ma gli abitanti non possono ancora tornare nelle loro case per il rischio di attacchi da parte dell’Isis. I più minacciati sono i cristiani. I rifugiati continuano ad avere urgente bisogno di aiuto.

Gran parte dell’Iraq è stata “liberata”, eliminando o cacciando i cristiani che in Medio Oriente avevano garantito una certa stabilità. Ora che il nord dell’Iraq è stato strappato all’Isis i cristiani vorrebbero tornare nelle loro città d’origine, ma per renderlo possibile so-no necessari aiuti da parte del governo. Le città distrutte dalle bombe devono essere rico-struite e rese abitabili. La direttrice della Fondazione per la Riconciliazione e la Liberazio-ne in Medio Oriente informa che le forze del califfato hanno infierito in particolare sulle case dei cristiani per renderle intenzionalmente inagibili a lungo termine, e anche le chiese sono state incediate e distrutte.

Passerà molto tempo prima che le città possano venire nuovamente popolate. Nel frat-tempo i rifugiati ospitati nelle tendopoli e nelle strutture provvisorie soffrono il freddo. Il bisogno è enorme e sta aumentando. Nel frattempo il tir di ACP, carico di vestiti e coperte, è arrivato a Dohuk, e i nostri collaboratori distribuiscono i beni disponibili nei villaggi in-torno a Mosul. Le temperature sono particolarmente basse e raggiungono anche i 10 gra-di sottozero: comprensibilmente i capi di vestiario donati dalle chiese europee vengono accettati a braccia aperte.

Fonte: worldwatchmonitor.org



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